• Novembre 24, 2024 4:20 am

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Vladimiro Bibolotti: “Nell’universo non ci siamo solo noi”

1268783835E’ sera, sono stanco e anche depresso per la giornata piena di problemi e emozioni negative. Ho promesso a Silvio Eugeni di riprendere la serata presso la libreria Rinascita sulla Prenestina. Sono attratto dal mistero e sono assolutamente convinto che: “siamo i meno progrediti in questo universo, anzi credo che l’uomo sia un virus malefico, con una sola scintilla che parte dal cuore ed è una forza che lo collega all’universo e possiamo chiamare compassione! Questa forza forse lo salverà e lo farà progredire”. Inoltre “siamo figli delle stelle attraverso il DNA” Arrivo e preparo la telecamera, mi guardo intorno e vedo persone sedute in silenzio.

C’è il presidente del centro Ufologico Nazionale, Vladimiro Bibolotti, il quale inizia la sua relazione. Lo seguo riflettendo sulle sue parole e mi chiedo: “quante sono le probabilità che noi uomini esistiamo? Cosa siamo? Anzi Chi sono?” Un sentimento di gratitudine per sentire cose diverse e spesso travisate dai media tradizionali. Un mondo sconosciuto ai più prende forma e spesso la verità è tra le pieghe di tante bugie.

Conoscere la verità, i fatti, cosa veramente siamo e come forse le leggi della fisica sono inadeguate a spiegare un universo fantastico, pensante, padre e madre di miliardi di galassie e chissà quante forme di vita più avanzate di noi popolano altri pianeti. Cosa sappiamo di noi stessi? Poco, anzi nulla! Utilizziamo il cervello per un 5%, le nostre emozioni le percepiamo, ma ci sono sconosciute, i livelli di coscienza e conoscenza, tra cui la meditazione, sono appannaggio di pochissime persone (monaci tibetani, qualche eremita, qualche monaco…).

Ascolto la relazione e percepisco il mondo magico dei “cosiddetti mattoncini dell’universo”: protoni, elettroni, atomi, fotoni, credo proprio che l’universo non ha bisogno di noi, anzi siamo completamente indifferenti all’immensamente grande e all’infinitamente piccolo. “Granelli di sabbia alla deriva sulle spiagge della conoscenza”. L’universo non ha bisogno di noi e ci sopporta! Mentre ascolto Bibolotti immagino le altre forme di vita, immagino forme di “vita avanzate” con un alto gradiente spirituale e con capacità inimmaginabili. Forse sono in grado di viaggiare a velocità superiori a quella della luce e comunicare con energie telepatiche e hanno superato le barriere dello spazio tempo.

Nel musical I miserabili,  Jean Valjean, prigioniero 24601, si chiede con una forza prorompente e drammatica: “chi sono io?”. Una domanda che alberga in ognuno di noi, forse dovremmo trovare l’umanità, l’amore , la riconoscenza, la dolcezza, l’impeto di Jean Valjean, per superare le nostre prigioni mentali e varcare le soglie di una conoscenza superiore. Nella relazione di Bibolotti ci sono molti fatti nascosti nella penuria di vera informazione di questo paese e ascoltandolo si conosce una nuova verità, forse una realtà a noi nascosta.

Personalmente credo che le vite aliene non hanno bisogno per ora di comunicare con noi. Anzi possono farlo benissimo se vogliono conoscendo il linguaggio universale della vita, legata ai mattoncini che ci compongono. Tanto tempo fa, leggendo alcuni libri di uno scienziato francese, (Charon, Morte ecco la tua sconfitta e Spirito questo sconosciuto) capii come la realtà è più complessa di quanto pensiamo e se fosse vero quello che teorizza Charon, la comunicazione nell’universo, avviene attraverso scambi di conoscenza tra elettroni, fotoni, o altre particelle che forse non conosciamo. Heisenberg disse: “perché studiare l’ente e non il niente?”.

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