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Pandemia cancro: il 4% della popolazione italiana è ammalata di cancro e il tasso di mortalità è il 28% del totale dei decessi

“L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che il nuovo virus H1N1 ha causato una pandemia di influenza, alzando a sei, il massimo, il livello di allerta Secondo i dati Oms, nel mondo sono già morte 141 persone sui 27.737 casi accertati”,(Questo avveniva 11/06/2009).
Invece ad oggi, soltanto in Italia i malati di cancro sono 2 milioni e 250 mila (circa il 4% della popolazione) e in continuo aumento. Inoltre La mortalità per patologia neoplastica, spiega il Rapporto, rappresenta in Italia circa il 28% del totale dei decessi: è la prima causa di morte nell’età adulta. Questi i principali dati emersi dal Terzo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologi elaborato dall’Osservatorio costituito dalla Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), dal Censis, dall’Inps, dall’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), dall’Airo (Associazione italiana radioterapia oncologica), dalla Sie (Società italiana di ematologia), dal ministero della Salute e dall’Istituto Tumori di Milano, e presentato a Roma presso il Senato, in occasione della VI Giornata nazionale del malato oncologico.
Quest’anno nei 27 Paesi dell’Ue si registreranno complessivamente un milione e 281 mila morti per cancro, di cui 721 mila tra gli uomini e 560 mila fra le donne. Nel nostro paese i decessi saranno 177 mila, circa 100 mila fra i maschi e 77 mila tra le femmine. La previsione è pubblicata sugli “Annals of Oncology” ed è frutto di un modello matematico tutto italiano messo a punto dal team dell’epidemiologo Carlo La Vecchia dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. La prima causa di morte per cancro resta quello del polmone (33 mila decessi), seguito da intestino (22 mila), mammella (12 mila), pancreas (10.800), stomaco (9.600) e prostata (7.800). E “anche in Italia – puntualizza l’Istituto- l’unico aumento si registra nel tumore del polmone delle donne, con 8.300 decessi e un tasso di 9,85/100 mila”. Per evitare quindi che nel nostro Paese, come già in Gran Bretagna e Polonia, il carcinoma polmonare sorpassi quello al seno come prima causa di morte oncologica al femminile, “è urgente che non solo gli uomini, ma anche le donne italiane, smettano di fumare”, ammonisce La Vecchia, responsabile del Dipartimento di epidemiologia del “Mario Negri” e docente alla Facoltà di medicina dell’università Statale di Milano. Il Ministro Fazio ha dichiarato: “La lotta al cancro è una delle priorità del Servizio Sanitario Nazionale per l’elevata incidenza della malattia e per il suo pesante impatto sociale ed economico. I
nuovi casi si collocano intorno ai 250.000 ogni anno, nonostante gli straordinari
successi della prevenzione, della ricerca, dell’oncologia medica con trattamenti
sempre più mirati ed altamente specializzati. La patologia è destinata a diventare per effetto dell’invecchiamento della popolazione la prima causa di morte.
È conseguente quindi che anche i nostri sforzi vadano aumentati e con essi la
capacità di coordinare e sostenere l’attività di prevenzione, di ricerca e di assistenza”.
quasi 1 milione e 300 mila malati di cancro (circa il 57% dei malati) sono ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi e circa 800 mila sono vive dopo oltre 10 anni. La quota più alta di lungo sopravviventi, vale a dire di persone che hanno avuto una diagnosi di tumore da almeno cinque anni, riguarda coloro che hanno avuto diagnosticato nella loro vita un tumore alla mammella (il 66% del totale pari ad oltre 331 mila persone nel 2010); segue il tumore alla vescica, con circa il 60% di lungo sopravviventi (circa 135 mila nel 2010); poi quello al colon-retto con il 54% (vale a dire 161 mila nel 2010) di lungo sopravviventi sul totale delle persone che hanno avuto una diagnosi di tumore di colon-retto nella loro vita; sono intorno al 40% (circa 28 mila nel 2010) i malati con una diagnosi da almeno 5 anni tra quelli con tumore alla trachea, ai bronchi e polmoni.
Questi dati dovrebbero allarmare l’OMS, ma a loro rimangono in silenzio.
La Sanità è in crisi, vorrei chiedere quale business per le case farmaceutiche con tanti malati di cancro? Quale giro di affari multimiliardario? Con quali risultati? Ricordiamo che un ciclo di chemioterapia ha un costo di 100.000 euro. Basta fare due calcoli per capire quale giro di affari si nasconde dietro a tale malattia. Vorrei aggiungere anche questo altro dato:i farmaci chemioterapici hanno effetto sul 3% dei pazienti e spesso chi è in vita lo deve alla prevenzione e quindi aver scoperto la malattia nella fase iniziale. Sono questi i veri grandi problemi di una società che andrebbero affrontati e risolti. Come? Mettendo in campo fondi per una ricerca libera dalle case farmaceutiche e dando spazio a nuove idee come quella della prevenzione e chemioprevenzione.

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