• Novembre 21, 2024 9:15 pm

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LA TOSSICITA’ DA CHEMIOTERAPIA

Dott. Michele Milella – Oncologia Medica , Istituto Nazionale Tumori Regina Elena

Dott. Claudia Marchetti – Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Policlinico Umberto I

I due medici descrivono gli effetti collaterali della chemioterapia tradizionale e di quella di nuova generazione. Tratteranno inoltre delle modificazioni fisiche causate sia della tossicità dei farmaci che dagli interventi chirurgici, con un’ottica prevalentemente “al femminile”. Ovviamente l’entità degli effetti collaterali non è argomento  che si presti a discriminazioni di genere, tuttavia alcuni aspetti clinici, se intrecciati al vissuto familiare e sociale, possono  essere analizzati con uno sguardo più specificamente rivolto alle pazienti.

Le tossicità  dei  trattamenti chemioterapici rappresentano il fattore che più incide negativamente  sulla qualità di vita del paziente oncologico.  Gli effetti collaterali più comuni, nausea e anemia, affliggono sia uomini che donne, tuttavia  ci si vuole concentrare stavolta sulla popolazione femminile e sui risvolti che questi possono avere nella quotidianità di una donna.

L’anemia, una condizione clinica di ridotto apporto di ossigeno ai tessuti, rappresenta di per sé una patologia più frequentemente osservata nel sesso femminile che si accompagna a stanchezza cronica, affaticabilità e talora necessità di intervento con integrazioni farmacologiche ed alimentari. L’anemia indotta dai chemioterapici spesso aggrava una patologia già esistente rendendo ancora più faticoso il percorso terapeutico proprio nelle donne. L’impiego attento di farmaci atti a correggere questa condizione ha come fine ultimo quello di migliorare la condizione vitale  di tante pazienti che non vogliono e non possono, a causa della stanchezza, limitare non solo l’attività lavorativa ma anche la cura dei figli, della casa, e di se stesse.

La nausea e il vomito, importanti effetti collaterali di molte delle cure chemioterapiche, si presta ad una lettura al femminile, se solo si pensi a quanto disagio può legarsi la preparazione dei cibi o  semplicemente  l’acquisto di prodotti alimentari divenuti improvvisamente  sgradevoli non solo al gusto ma anche all’olfatto e alla vista. Un corretto utilizzo dei protocolli clinici di prevenzione della nausea/vomito e, se necessario, l’impiego di farmaci antiemetici di ultima generazione possono davvero rendere più semplice il percorso terapeutico e la vita di relazione di tante donne.

I nuovi farmaci a bersaglio molecolare invece presentano effetti tossici peculiari che, nella esperienza clinica sin qui osservata, possono indurre seri disagi nella quotidianità delle attività lavorative e della vita di relazione. Infatti, alcuni di questi composti possono apportare danni alla pelle del volto, causando eruzione cutanea facciale simile all’ acne giovanile, mentre sul resto del corpo si può avere pelle secca e desquamazione, oppure alterazioni a carico delle unghie e depigmentazione dei capelli. In sintesi gli effetti avversi di questi farmaci biologici alterano di fatto l’aspetto proprio di quelle parti del corpo, viso e mani, che è impossibile non mostrare.

Preservare la qualità di vita di un paziente oncologico, passa necessariamente per il mantenimento della propria autonomia e ruolo sociale e rappresenta quindi un obiettivo  davvero impegnativo dell’oncologia attuale. Solo la  collaborazione tra diverse  competenze mediche che possano farsi carico di aspetti diversi terapeutici e che sappiano  indirizzare le pazienti in un percorso personalizzato sui propri bisogni può raccogliere questa sfida.

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