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Per noi italiani e per gli occidentali in genere la corrispondenza fra espressioni facciali  e vocali con uno specifico stato emotivo è fatto abbastanza scontato, tanto da ritenere il fenomeno connaturato all’uomo in genere. Ed invece si tratta di una modalità di comunicazione specifica del mondo occidentale. La scoperta è stata effettuata da un gruppo di ricercatori Giapponesi, che hanno prodotto due video, in cui alcuni attori pronunciavano una frase semplice dai toni neutrali, in tono arrabbiato con il sorriso ed in tono allegro con un’espressione imbronciata. I volontari, olandesi e giapponesi dovevano decodificare lo stato emotivo. Dal test è emerso che i volontari di nazionalità giapponese hanno considerato come elemento di decodificazione il tono della voce, mentre gli olandesi l’espressione facciale. I ricercatori hanno spiegato che nelle cultura giapponese, si tende a non tradire le proprie emozioni, pertanto l’avere un’espressione di gioia sul volto non è indicativo, mentre il tono della voce, meno controllabile, rappresenta un indizio più significativo. Il risultato della ricerca pur sembrando una semplice curiosità, in verità assume una certa importanza in considerazione della centralità della comunicazione e della comprensione fra le persone.

Fonte: Lescienze.it

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