• Novembre 23, 2024 9:13 am

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Guardare un oggetto, puntare una direzione, ma non poterli raggiungere con le proprie gambe. E’ quello che succede alle persone che, a causa di danni al midollo spinale, sono costrette sulla sedia a rotelle. Dalla Gran Bretagna arriva per loro una speranza. Alll’università di Leicester un equipe di ingegneri e scienziati sta mettendo a punto una tecnologia che permette di decodificare i segnali inviati dal cervello agli arti, così da sostituire il collegamento neuronale interrotto dal midollo danneggiato, farne le veci e consentire, quindi, che si inneschi il movimento. Il Prof. Rodrigo Quian Quiroga, coordinatore dello studio, spiega che quando in noi c’è la volontà di muovere una parte del nostro corpo, il nostro cervello manda un messaggio che attiva il movimento; tuttavia, se il midollo ha subito , il collegamento si interrompe. Un microchip collocato nel cervello potrebbe captare i segnali, interpretarli e trasferirli ad un apparecchio robotico collegato all’arto interessato. E’ già stato condotto con successo un esperimento sulle scimmie. L’obiettivo, ambizioso, è quello di superare la necessità di apparecchiature robotiche e realizzare la connessione interrotta artificialmente, ovvero realizzare nel midollo un impianto stimolatore che accolga gli imput inviati dal chip collocato nel cervello, generi stimoli elettrici che che facciano muovere gli arti paralizzati.

Fonti: Giornalettismo

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