Mentre l’Europa dice si alla produzione di organismi geneticamente modificati, noi ci prendiamo la libertà di fermarci a riflettere su una possibile alternativa.
Già nel 1924 il pensatore tedesco Rudolph Steiner, in occasione di un convegno incentrato sulle problematiche emergenti nell’ambito di un sistema agrario fondato sull’impiego di prodotti chimici, introduce un nuova metodica agricola chiamata biodinamica, ovvero un metodo di coltura basato su sistemi di produzione che siano nel pieno rispetto dell’ecosistema.
L’obbiettivo è quello di potenziare la forza vitale intrinseca dei singoli elementi costitutivi del mondo naturale, humus, terreno, piante e minerali, che diventano essi stessi principio di nutrimento per un’agricoltura che sarà, quindi, libera da qualsiasi prodotto di sintesi chimica.
La metodica si fonda su una serie di pratiche e preparati che richiedono un ‘approfondita conoscenza scientifica e che a loro volta hanno un solido fondamento scientifico.
Perché, per esempio, adoperare prodotti chimici, quando le piante stesse contengono principi essenziali per nutrire il terreno? E’ su questo presupposto che si basa la pratica del sovescio, molto sfruttata nell’ambito dell’agricoltura biodinamica, ovvero la sepoltura di piante con determinate caratteristiche a scopo fertilizzante.
D’altronde l’abuso di concimi e pesticidi produce danni ambientali e, sulla base di dati che soltanto adesso cominciano ad essere presi in considerazione, sembra poter favorire l’insorgere di alcune malattie; così come l’impiego incondizionato delle più moderne tecnologie apre il paradosso che vede il progresso responsabile della distruzione delle stesse risorse che vorrebbe governare; un limite intrinseco dell’attuale produzione agricola che i principi dell’agricoltura biodinamica potrebbero superare.
Presso la scuola di biodinamica di Cascina Galbusera Bianca, in Lombardia, sono stati sperimentati con successo prodotti in grado di contrastare fattori avversi che possono danneggiare le coltivazioni. Per esempio, è stato possibile sconfiggere i pidocchi dei polli, responsabili di una perdita media di bestiame pari a circa il 30%, con evidenti conseguenze sul piano economico.
Esperienze di questo tipo dimostrano che una scelta diversa dagli O.G.M. può essere fatta.
Fonti: Disinformazione