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Età e “Proteina della memoria”: Alzheimer o normale invecchiamento?

Una proteina nel cervello, chiamata dai ricercatori “proteina della memoria”, diminuisce con l’età e potrebbe causare la perdita della memoria. Si tratterebbe di un processo neurologico diverso dall’Alzheimer.

Ammettiamolo: dai 30 anni in poi diventa sempre più difficile per la maggior parte di noi ricordare nomi, visi e dettagli del passato. Gli scienziati hanno discusso a lungo sul fatto se questo graduale declino della memoria sia una forma precoce del morbo di Alzheimer – una condizione degenerativa neurologica che porta ad una grave demenza – oppure un processo neurologico diverso. Ora i ricercatori hanno trovato la proteina RbAp48, nominata “proteina della memoria”, che distingue il tipico declino della memoria legato all’età dall’Alzheimer.

proteina della memoria

Il morbo di Alzheimer e la normale perdita della memoria legata all’età coinvolgono circuiti neurali distinti nell’ippocampo, una regione del cervello dove si formano e si organizzano i ricordi, come hanno mostrato studi precedenti. Scott Small, neurologo della Columbia University e autore della ricerca, ritiene che oltre al malfunzionamento delle cellule del cervello, si sa poco su cosa accade quando la memoria diminuisce nel normale invecchiamento.

 

Per individuare i processi biologici coinvolti nella perdita della memoria durante l’invecchiamento normale, Small e altri ricercatori della Columbia University a New York hanno esaminato il tessuto del cervello di 8 persone post mortem tra 33 a 86 anni non affette dalla malattia. Hanno anche esaminato i cambiamenti legati all’età nei cervelli dei topi.

 

I ricercatori hanno comunicato nella rivista Science Translational Medicine che un gene in particolare ha diminuito con l’età la sua espressione di circa il 50%, sia nel tessuto umano che in quello dei roditori. Il gene codifica la proteina RdAp48 che regola l’espressione genica in una parte dell’ippocampo chiamata giro dentato, ed è stata compromessa nella normale perdita della memoria. Una parte separata dell’ippocampo che viene colpita dal morbo di Alzheimer non ha mostrato differenze nell’espressione genica collegata all’età.

 

Inoltre il gruppo ha mostrato che aumentando il livello della proteina RbAp48 nei topi più anziani, sono riusciti a riportare il funzionamento della memoria ai livelli simili a quelli dei topi giovani.

 

Secondo Small il nuovo studio dimostra che “questa carenza molecolare che osserviamo negli umani contribuisce realmente alla normale perdita della memoria legata all’età.” I ricercatori non sono del tutto certi quale ruolo abbia la proteina RbAp48 nella memoria, ma Small sospetta che è la chiave del corretto funzionamento della sinapsi – collegamenti tra le cellule del tessuto nervoso che trasmettono segnali chimici ed elettronici, facilitando l’apprendimento e la memoria. Il perché la proteina diminuisce con l’età è ancora un mistero, lui dice.

 

Small dice inoltre che con l’esercizio fisico si può migliorare il funzionamento del giro dentato e di rallentare la perdita della memoria causata dall’età.

 

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