Riccardo Protani dell’ufficio stampa del CUN, si sofferma sulla comunicazione galattica e cosa implicherebbe per la nostra tecnologia captare segnali ( o altro) da forme di vita con tecnologie avanzate e sconosciute al genere umano. Spesso in rete appaiono notizie di comunicazioni aliene captate dalla NSA. Ci sono comunque fibrillazioni anche tra le grandi potenze sul fenomeno UFO. Ad esempio basta ricordare l’affermazione del premier Russo Medved. Terminata la registrazione di una trasmissione televisiva, il premier della Federazione russa non si accorge di avere il microfono ancora aperto e si lascia andare a delle dichiarazioni che lasciano a dir poco perplessi i giornalisti e gli operatori in studio: “Io credo in Babbo Natale, anche se non troppo”, esordisce Medvedev, che poi continua risfoderando un suo vecchio pallino: gli extraterrestri: “Non posso dirvi quanti di loro sono tra noi in questo momento, altrimenti si scatenerebbe il panico”. La Russia invita gli Stati Uniti e in particolare Obama a rivelare cosa sanno sul fenomeno ufologico. Piccoli passi verso la verità. Ovviamente sarebbe la fine delle civiltà terrestri e forse delle religioni così come le conosciamo. Il pianeta Terra subirebbe uno shock incredibile e sicuramente una svolta per il genere umano. L’uomo ha bisogno di ritrovarsi e superare la soglia della razionalità ed estendere la propria coscienza oltre i cinque sensi. La scienza ufficiale così come applicata è di per se limitata e spesso inutile. Continua imperterrita a difendere se stessa e lo fa con sistemi piramidali ed economici ben precisi. Se sei uno scienziato giovane, con idee diverse, vieni emarginato e “affamato”. Purtroppo non succede solo nella scienza ma anche in altre attività, come l’informazione. Il viaggio intrapreso supera le frontiere del sapere ufficiale e propone ipotesi affascinanti per avvicinarci con umiltà e fratellanza ad altre forme di vita, sicuramente più evolute. Personalmente credo che noi siamo “figli delle stelle”, la prova probabilmente è il nostro DNA ( il codice per comunicare con forme aliene avanzate potrebbe essere presente nel nostro DNA). Ci sono stati esperimenti sul DNA rivoluzionari: Il proposito di questo esperimento era quello di mettere alla prova il comportamento del DNA verso le particelle di luce (i fotoni) e cioè verso la materia quantistica di cui è fatto il mondo.Vladimir e Poponin hanno per prima cosa svuotato un cilindro di vetro eliminando tutta l’aria. Naturalmente sapevano che i fotoni non possono essere eliminati. Successivamente hanno determinato la posizione dei fotoni constatando, come già da loro previsto, che la loro collocazione era assolutamente casuale
Il passo successivo fu quello di inserire nel cilindro alcuni campioni di DNA.
Ciò che i biologi osservarono a questo punto, fu che i fotoni avevano assunto una conformazione ben precisa. Il DNA quindi aveva esercitatoun’influenza sui fotoni tale da far loro assumere una struttura regolare. Questo risultato significa che il DNA, e cioè la sostanza di cui siamo fatti, esercita un effetto diretto sulla materia quantistica di cui è fatto il mondo. L’uomo influenza la materia con la sola presenza!
Ci fu poi un’ulteriore sorpresa quando il DNA fu rimosso dal cilindro. I fotoni infatti mantennero la loro conformazione regolare. Questo fenomeno fu denominato ” effetto fantasma del DNA” come dimostrazione che il collegamento fra la vita e la materia continua a sussistere anche dopo la separazione.
ESPERIMENTO 2. Influenza a distanza.
E’ stato dimostrato, che le emozioni esercitano un’influenza diretta sul funzionamento delle cellule del DNA. L’esercito americano ha condotto degli studi per vedere se il collegamento emozione/DNA permane dopo una separazione, e in tal caso fino a quali distanze.
Fu prelevato un campione di DNA da parte di un volontario. Il volontario venne poi messo in una stanza e sottoposto ad una stimolazione emozionale mostrandogli una serie di filmati.
I filmati, di vario genere, fecero provare al soggetto emozioni diverse in un breve periodo di tempo.
Sia il donatore che il suo DNA furono monitorati ed il risultato fu che ai ” picchi emotivi ” dell’uno corrispondevano identiche risposte dell’altro nello stesso esatto momento.
L’esperimento fu ripetuto portando la distanza fra donatore e DNA fino a 50 Km.
Il risultato rimase identico .
Gregg Braden sostiene che questo esperimento indica quattro fattori:
1- Una forma di energia fino a oggi non riconosciuta pervade i tessuti viventi.
2- Le cellule e il DNA comunicano attraverso questo campo di energia.
3- Le emozioni umane hanno un’influenza diretta sul DNA vivente.
4- La distanza sembra non rappresentare un fattore rilevante ai fini dell’effetto.
ESPERIMENTO 3. Effetti delle emozioni sul DNA.
Il terzo esperimento è stato condotto dall’Institute of HeartMath.
Alcuni campioni di DNA furono posti in fiale di vetro e consegnati ad un gruppo di persone addestrate a generare emozioni intenzionalmente.
Si è scoperto che il DNA cambia forma in base ai sentimenti che riceve
Quando i partecipanti hanno provato sentimenti come Amore, Gratitudine e Apprezzamento, il DNA ha risposto con il relax diventando più lungo.
Quando le emozioni provate sono state rabbia, paura, frustrazione e stress, il DNA si è contratto.
Questo esperimento è stato poi testato su pazienti HIV- positivi.
In queste persone i sentimenti di Amore, Gratitudine e Apprezzamento hanno generato una risposta immunitaria 300.000 volte più forte che senza quei sentimenti.
I ricercatori dell’HeartMath ci hanno quindi mostrato che le emozioni umane hanno un influsso diretto su DNA che a sua volta si ripercuote sulla sostanza di cui è fatta la realtà.
Il nostro DNA ci fa accedere al campo di Energia che unisce l’Universo e l’emozione umana costituisce la chiave di accesso a quel Campo. Potremmo parlare della forza del cuore e chiamarla compassione?
“Il viaggiatore sorpreso si fermò sulla terra e guardò intorno a se le forme di vita presenti: flora, fauna, deserti, montagne, vallate, tutto in armonia con l’universo. All’improvviso appare una strana figura a base H2O e Carbonio, imbracciava un fucile e impaurito minacciava il viaggiatore. Sorrise a tale forma di vita. Capì che ci sarebbero voluti ancora milioni di anni per essere in grado di percepire l’universo, l’amore, la fratellanza, l’umiltà, la saggezza, la spiritualità dell’ universo che pensa. Un solo dubbio venne al viaggiatore, sarà in grado di badare a se stesso, non distruggerà con la sua cecità e aggressività, l’intero pianetà?”. Guarda l’intervista a Riccardo Protani