Il 27 giugno del 2005 si presentò al Minnesota Regional Sleep Disorder Center insieme a sua moglie, dicendo di avere disturbi del sonno, dichiarò di soffrire di sonnambulismo sin dall’infanzia. Da quando si era sposato tuttavia la problematica non riguardava più solamente lui, studente universitario originario del Kenia, ma anche sua moglie che diceva di essere spaventata dal suo comportamento . Dopo quel primo incontro il paziente tornò per uno studio sulle onde elettroencefalografiche del cervello. Durante la notte il paziente cominciò ad agitarsi tanto da buttare tutto in aria e strappare gli elettrodi che gli erano stati attaccati. Il soggetto sarebbe dovuto tornare per degli accertamenti, ma ne lui ne sua moglie si fecero vivi, fino a che arrivò la telefonata di un avvocato che chiedeva informazioni sulla patologia del ragazzo, che una notte durante il sonno aveva ucciso la moglie. Di casi come quello narrato se ne sono verificati molti ed è stato ogni volta molto complicato stabilire la responsabilità del soggetto. Nella maggior parte dei casi l’imputato era diventato violento quando i familiari avevano tentato di svegliarlo. Durante il sonno il soggetto non è consapevole delle proprie azioni è stato sostenuto in alcuni casi consentendo all’imputato di essere scagionato. Nel caso esposto tuttavia si giunse ad una sentenza di colpevolezza, si venne a sapere che l’omicidio era stato preceduto da una lite violenta causata dal sospetto di tradimento.
Fonte: LeScienze