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Qual è la vita media del DNA?

Alcuni ricercatori hanno dato credito alle dichiarazioni riguardo il ritrovamento di campioni di DNA di dinosauro sopravvissuti sino ai nostri giorni, ipotesi plausibile visto che nessuno sapeva con esattezza quanto tempo impiega il DNA a sgretolarsi. Ora uno studio su alcuni fossili rinvenuti in Nuova Zelanda si sta ponendo la questione e sta mettendo fine alla speranza di clonare un Tirannosaurus rex. Dopo la morte delle cellule, gli enzimi iniziano a rompere il legame fra i nucleotidi che formano l’ossatura del DNA, e microorganismi accelerano la sua decomposizione. A lungo termine comunque la reazione con l’acqua è la principale causa della degradazione. L’acqua è praticamente onnipresente così gli scienziati hanno ipotizzato che la degradazione del DNA dovrebbe avvenire ad una velocità specifica. Determinare la velocità è difficile perché è raro trovare fossili contenenti frammenti di DNA con i quali fare significativi raffronti. Inoltre il cambiamento delle condizioni ambientali come la temperatura, il grado di attacchi microbici e l’ossigenazione alterano il processo di degradazione. Ma i paleogenetisti guidati da Morten Allentoft dell’Università di Copenhagen e Michaek Bunce della Murdoch University di Perth in Australia hanno esaminato 158 ossa contenenti DNA appartenute a tre differenti specie di uccelli estinti chiamati Moa. Le ossa che dovrebbero avere fra i 600 e gli 8.000 anni sono state scoperte in tre luoghi diversi situati a una distanza di 5 Km gli uni dagli altri in condizioni di conservazione identiche inclusa la temperatura all’incirca di 13 ° C. Comparando l’età dei fossili e il tasso di degradazione del DNA i ricercatori hanno calcolato che il DNA ha una vita media di 521 anni. Secondo gli scienziati in condizioni ambientali ideali, con una temperatura intorno ai -5°C le ossa potrebbero resistere per un massimo di 6.8 milioni di anni, mentre il DNA potrebbe resistere al massimo 1.5 milioni di anni.

Fonte: Nature.com

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