In uno studio pubblicato ieri su Science Express un team internazionale di ricercatori guidati dagli scienziati del Genomics Institute of the Novartis Research Foundation (GNF) e dal Scripps Research Institute, hanno scoperto una nuova famiglia di composti chimici che potrebbero condurre ad una nuova generazione di farmaci antimalaria che non solo alleviano i sintomi ma abbassano i casi di mortalità. Molti farmaci di questo tipo sono utili al sangue infetto e non tanto sul fegato. Questi nuovi composti hanno invece effetti molto più efficaci contro il parassita per pulire sia il sangue sia il fegato. La malaria purtroppo ancora oggi uccide 800 mila persone e ne sono affette ben 225 milioni soprattutto nelle regioni povere dell’Asia, Africa dovute al Plasmodium un parassita che trasmette l’infezione tramite la puntura delle zanzare. In soli 30 minuti il parassita entra nel corpo umano e in 8 giorni appaiono i primi sintomi. Colpisce prima il fegato poi entra nel sangue, dove cresce e si moltiplica. I sintomi principali sono febbre, mal di testa, brividi, in altri casi più gravi convulsioni, coma o il collasso del fegato e dei reni, che può essere fatale. I dati completi delle ricerche saranno pubblicati e questo permetterà agli istituti di ricerca di tutto il mondo di fare propria questa scoperta e guidarli a scoprire migliori cure.