Da mesi ormai si sente parlare di crisi a livello mondiale, sembra quasi che l’economia non riesca ad uscire dalla situazione di stallo in cui versa. In realtà, gli economisti di ogni epoca hanno sempre riconosciuto nelle fasi di crisi un’ importante occasione di trasformazione e riorganizzazione per la società; quale, però, la strada migliore da percorrere per riorganizzarsi di fronte alla crisi odierna? Secondo i più recenti studi di politica economica, si dovrebbe elaborare un piano per l’introduzione di monete complementari. Che cosa significa questo?
Nell’economia mondiale, tutte le monete sono concepite come debiti verso le banche; questo, tuttavia, rende il sistema monetario mondiale estremamente fragile, favorendo l’innescarsi di meccanismi stagnanti. Importanti teorie, infatti, sostengono che l’assenza di diversità nuoce all’efficacia; una possibile soluzione, allora, può risiedere nella diversità monetaria, ovvero l’immissione in circolo di monete diverse da quelle convenzionali. Un esempio? Le mille miglia offerte dalle compagnie aree, si tratta di monete complementari che circolano in parallelo a quelle tradizionali, non possono essere ravate di tassi di interesse né usate con intenti speculativi.
In altri paesi sono già in cantiere progetti ancora più ambiziosi: alcune città europee, tra cui Dublino, Bristol e Brema, pensano di immettere sul mercato un sistema monetario complementare che possa essere impiegato a servizio dell’abbassamento delle emissioni di CO2. Il meccanismo è semplice: l’acquisto di prodotti a basso consumo permette di accumulare punti che possono, poi, essere rispesi per comprare altri beni eco-compatibili che contribuiscono alla riduzione dei gas a effetto serra. Una sorta di moneta a tema insomma, che, nel momento stesso in cui viene adoperata, orienta l’economia in una data direzione. E ci sono anche paesi che già sognano la creazione di un eco-sistema di monete complementari, ciascuna delle quali può essere dedicata ad un ruolo specifico. Questi sistemi potrebbero permettere la realizzazione di progetti che spesso non riescono a vedere la luce per mancanza di denaro.
Vero anche che non si tratta soltanto di riorganizzare il sistema, ma occorre una riorganizzazione del nostro modo di pensare.
Fonti: Stampa Libera