Il cancro è una malattia atificiale, dovuta allo stravolgimento della vita moderna, agli inquinanti, alla radioattività, pesticidi, fumi tossici, ciminiere e quant’altro ci rende “moderni” I ricercatori dell’Università di Manchester dopo aver analizzato quasi un migliaio di mummie dell’antico Egitto e del Sud America, hanno concluso che il cancro è figlio della modernità e quindi artificiale. Dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Reviews Cancer, è infatti emerso che solo una piccolissima parte delle mummie soffriva di cancro quando ormai questa patologia rappresenta quasi un terzo dei decessi. Questi risultati suggeriscono che potrebbero essere i moderni stili di vita e i livelli di inquinamento delle industrie la causa principale della malattia che non sarebbe quindi una condizione naturale.
I professori di Manchester continuano la loro requisitoria ricordando che solo nel XVII° secolo vi furono le prime vere descrizioni di operazioni al seno per tumori, e i primi rapporti nella letteratura scientifica di tumori ben distinti si verificarono solo negli ultimi 200 anni o poco più (il cancro ai testicoli negli spazzacamini nel 1775 e il cancro al naso nelle persone che fiutavano il tabacco nel 1761).
In conclusione, il tasso di insorgenza di tumori (soprattutto nei bambini, cioè nelle persone più indifese e sensibili della società) è aumentato esponenzialmente dopo la grande rivoluzione industriale, dimostrando inequivocabilmente che tale aumento non è dovuto alla maggiore longevità delle persone ma all’enorme inquinamento ambientale.
I ricercatori ora sperano che il loro studio possa portare a una migliore comprensione delle origini del cancro e a nuovi trattamenti contro questa terribile malattia.
“Nelle società industrializzate – ha spiegato Rosalie David, ricercatore dell’Università di Manchester – il cancro è secondo solo alle malattie cardiovascolari come causa di morte”. “Ma nei tempi antichi – ha continuato – era estremamente raro. Non c’è nulla nell’ambiente naturale che può provocare il cancro”.
Si tratterebbe di una malattia ‘artificiale’, frutto dell’inquinamento e del cambiamento negli stili di vita.
“Il cancro sembra essere una malattia moderna creata dalla vita moderna”, ha sottolineato David. Per tracciare le origini del cancro i ricercatori hanno cercato prove della malattia in centinaia di corpi mummificati risalenti fino a 3 mila anni fa, in fossili e in antichi testi di medicina. Tramite tecniche di visualizzazione del tessuto reidratato sotto il microscopio gli scienziati hanno trovato solo cinque casi di tumori, la maggior parte dei quali sono risultati benigni.
Contro chi sostiene la tesi, secondo cui l’uomo antico non viveva abbastanza a lungo per poter sviluppare il cancro, gli scienziati hanno trovato esempi di altre malattie moderne correlate all’età, come ad esempio l’artrite. Inoltre sono state trovate solo ‘tenui’ prove di cancro negli antichi testi egizi ma, secondo i ricercatori, si trattava per lo più di neoplasie causate da vene varicose o dalla lebbra. Una sola diagnosi di cancro è stata trovata nel caso di una mummia senza nome, una persona ‘normale’ che aveva vissuto nel 200 avanti Cristo. I dati parlano di un vertiginoso aumento dei casi di cancro a partire dalla Rivoluzione Industriale, in particolare nei bambini.
“L’assenza virtuale di neoplasie nelle mummie – hanno detto gli scienziati – deve essere interpretato come indicazione della loro rarità nell’antichità, indicando che i fattori che causano il cancro sono limitati alle società colpite dall’industrializzazione moderna”.
A tal proposito, il dottor Rachel Thompson, del World Cancer Research Fund, ha detto che “questa ricerca è molto interessante. Circa una persona su tre nel Regno Unito avrà il cancro per cui è abbastanza comune nel mondo moderno.
Una persona su tre, secondo oncologi, in Inghilterra manifesterà il cancro; ogni anno ne muoiono proprio per questa malattia o per le cure associate, oltre 150.000. In Italia ogni anno ci ci sono 250.000 nuovi casi di tumore e circa 150.000 ne muoiono secondo le statistiche ufficiali ( in realtà ufficiosamente sono oltre 350.000, riconsiderando ciò che viene scritto nell’atto di decesso) . I trattamenti utilizzati sono sempre gli stessi : chirurgia e farmaci chemioterapici. Tale pandemia mondiale, dovrebbe orientare la ricerca verso nuovi orizzonti.Pensare a farmaci naturali che possano chemioprevenire ( Progetto Tevere) , riprendere in considerazione gli studi del professor Di Bella ( multiterapia Di Bella).
Dati allarmanti che dovrebbero farci riflettere, anche perché, molto probabilmente la mortalità per cancro non è seconda alle malattie cardiovascolari. Quando infatti muore una persona (per cancro o anche per cause naturali) normalmente viene scritto nell’atto di decesso: “arresto cardiorespiratorio” o “arresto cardio-circolatorio”, e questi dati potrebbero andare a gonfiare le statistiche delle mortalità per malattie cardiovascolari, posizionandole al primo posto almeno nel mondo occidentale.
1° malattie cardiovascolari
2° tumori
3° cause iatrogene: medici stessi.
Ufficiosamente le principali cause di morte sono le seguenti:
1° Tumori
2° malattie cardiovascolari
3° cause iatrogene : medici stessi
Un’alimentazione sana nel rispetto della Natura e delle corrette combinazioni e sequenze, è un’alimentazione basata su alimenti vivi e vitali, non morti (raffinati, pastorizzati) o pregni di chimica tossica e cancerogena (additivi, aromi, edulcoranti, zuccheri, ecc.) o acidificanti come tutte le proteine di origine animale (carne, pesce, uova, latticini).
Una alimentazione sana aiuta ad avere digestioni rapidi e veloci, riducendo le tossine derivate da fermentazioni e putrefazioni intestinali, e fornendo oltre all’energia vitale anche le sostanze nutrizionali (vitamine, sali minerali, enzimi) fondamentali per un corretto funzionamento organico e cellulare.
Se è vero, come è vero, che la malattia acuta è una “eliminazione vicariante” delle tossine, cioè il meccanismo intelligente messo in atto dalla Natura per eliminare o abbassare il carico tossico, viene da sé che diminuendo la quantità delle tossine endogene prodotte con l’alimentazione, si riduce la cosiddetta “malattia”. Quindi bisogna riflettere su cosa succede oggi nella ricerca scientifica, nella produzione di alimenti, l’applicazione della ricerca ai problemi quotidiani dimenticando la salute ( gassificatori, centrali nucleari, ecc.). L’uomo vive ( così’ ci dicono) più a lungo ma potenzialmente infetto, drogato, una bomba ad orolegeria pronta ad esplodere, un’esatta combinazione di droghe sintetiche iniettate tramite vari circuiti : alimentazione, ambiente, medicinali. Siamo granelli di sabbia manipolati da pochi “ragni neri” .
Cosa diceva il Professor Di Bella:
L’attuale incapacità dei metodi convenzionali di dare una risposta realmente efficace alla patologia neoplastica avvilisce e umilia la medicina perché, a differenza di patologie drammatiche e improvvise come ictus e infarti, che non concedono i tempi per contromisure efficaci, il tumore evidenzia, con il suo lento decorso, la reale impotenza delle attuali misure terapeutiche mediche.
L’aumento del numero di casi di tumore che si registra ogni anno, unitamente all’incremento dei decessi a causa della patologia tumorale (quasi 300.000 l’anno in Italia), certifica con tragica evidenza l’inadeguatezza degli attuali protocolli chemioterapici.
L’eziopatogenesi del tumore non è stata del tutto chiarita anche se si conoscono molteplici cause responsabili dell’insorgenza e della proliferazione neoplastica.
Una terapia citotossica e citolitica, come quelle usuali, non elimina gli agenti causali del tumore, ma agisce su quella cellula neoplastica che è la risultante della loro azione.
Una percentuale di cellule tumorali sopravvive sempre e in ogni modo anche ai trattamenti chemioterapici più intensivi e prolungati, con la capacità d’adeguarsi ad essi e produrre nuove popolazioni cellulari neoplastiche resistenti.
Gli effetti collaterali della chemio sono comunemente e tristemente noti ed agiscono alterando quelle capacità immunitarie, quel trofismo ed integrità del terreno biologico vitali per un’efficace difesa degli organismi aggrediti dal tumore.
Vanno considerate anche, tra gli effetti negativi della chemio, il rilevante incremento dei radicali liberi, noti fattori cancerogeni, e la capacità di molti chemioterapici d’indurre mutazioni cellulari che possono essere neoplastiche.
Il fallimento di campagne di ricerca antitumorale, come il National Cancer Act, finanziato con imponenti fondi superiori a tutti gli stanziamenti precedenti, firmato da Nixon il 23 dicembre 1971, divenuto pertanto legge dello Stato, fu raffrontato dalla stampa americana all’esito disastroso della guerra del Vietnam.
Questo fallimento succeduto a clamorosi annunci retorici con promesse costantemente rinnovate di continui progressi nella lotta al cancro suscitò un vespaio di critiche. Si giunse a parlare nella stampa americana “d’orgia soporifera prodotta da un sacco d’escrementi” e si definì il risultato della lotta al cancro “il Vietnam della medicina”.
Come scrive Ralph Moss “la gestione del cancro pare riposta nelle mani di quelle forze che sono finanziariamente interessate alle conseguenze del problema”. Si sono formati circoli distinti di potere, sebbene fra di loro per molti versi differenti, ma sufficientemente connessi e legati, sì da formare una sorta d’establishment del cancro che controlla l’orientamento della prevenzione, della diagnosi e della terapia del cancro negli Stati Uniti. I fondi per la ricerca sono erogati dal National Institute of Health. Tutta la legislazione tende ad accentrare il potere in poche mani e ad accrescere il conservatorismo nei confronti di nuove terapie.
La stessa chirurgia, che ha un ruolo primario nella terapia dei tumori, tende ad essere radicale e ad eradicare, nei limiti del possibile, tutte le localizzazioni neoplastiche.
Non si considera che lo stesso atto chirurgico è la prima e chiara espressione della coscienza dell’attuale mancanza, con i metodi convenzionali, di un mezzo efficace di guarigione dal tumore. Interventi estesi e mutilanti non avrebbero ragione d’essere in presenza di una chemioterapia veramente efficace.
Va considerato inoltre il tumore sempre e comunque come una malattia sistemica, causata dal sovvertimento dell’equilibrio biologico e fisiologico che ne ha acconsentito l’insorgenza. Anche quando la lesione tumorale accertata è unica va considerata come la massima concentrazione in un punto di cellule neoplastiche potenzialmente ubiquitarie. Una terapia razionale e causale va pertanto orientata sia al ripristino dell’equilibrio fisiobiologico che all’eliminazione dei fattori causali individuati.
Non si può, al di fuori della biologia molecolare, ipotizzare di venire a capo della patologia neoplastica, né ci si può illudere di riuscirvi con un unico principio attivo per la molteplicità dei fattori etiopatogenetici.
A questi va contrapposta una terapia multifattoriale come l’MDB che risponde ai requisiti di salvaguardare il terreno biologico, potenziare l’immunità naturale ed esercitare un’attività antiproliferativa che inibisca la crescita del tumore attraverso l’inibizione dei fattori di crescita.
L’azione di ripristino dell’equilibrio fisiobiologico si ottiene attraverso l’impiego dei retinoidi, vitamina E, C, D3 e melatonina. Questi fattori svolgono un’attività di potenziamento della crescita cellulare ordinata e fisiologica (differenziata) dei tessuti sani in contrapposizione a quelli neoplastici ed esercitano attività antiossidante, antiradicali liberi, prodifferenziante (riconvertono alla normalità cellule tumorali o indifferenziate) e proapoptotica (inducono con meccanismi fisiologici, non citotossici, alla morte la cellula neoplastica).
Svolgono anche un’attività immunostimolante, antiproliferativa, antimetastatica e antiangiogenetica con modalità e meccanismi sinergici e potenziatori degli inibitori dei fattori di crescita, quali somatostatina e bromocriptina-cabergolina.
Questi inibitori non agiscono solo sul GH, principale fattore di crescita riconosciuto dalla letteratura internazionale come responsabile primario di cancerogenesi, ma su tanti altri e non secondari fattori di crescita come le somatomedine, IGF I-II, EGF, FGF, NGF, prolattina, hPL, TGF alfa e beta, PDGF e VEGF che svolgono un ruolo rilevante e sempre più evidenziato nella progressione neoplastica. Per approfondimenti: http://www.metododibella.org/it/mdb/criteriMdb.do
Ulteriori approfondimenti:
http://www.nature.com/nrc/journal/v10/n10/full/nrc2914.html
http://www.ecplanet.com/node/1789
http://www.disinformazione.it/cancro_malattia_artificiale.htm
Sergio Di Mambro