Ad Adelaide è stato creato nuovo purificatore contro i cosiddetti composti organici volatili, agenti inquinanti e nocivi per la salute. Il congegno è alimentato a energia solare e composto di nanoparticelle.
Il Nanomateriale potrebbe essere inserito sia nei purificatori d’aria, che ricoprire muri o finestre, ha annunciato il giovane ricercatore che ha realizzato il progetto, durante la Conferenza presso l’Australian Cooperative Research Centres.
Le esalazioni emesse dagli oggetti di uso comune che riempiono appartamenti e uffici, come quadri, fotocopiatrici, tappeti e materiale di plastica, producono composti organici volatili che contengono: formaldeide, benzene e altri combustibili tossici. Alcuni di questi composti sono dannosi e possono causare carcinomi – ha ribadito Ruh Ullah, studente di dottorato presso il Dipartimento di Ingegneria Chimica della Western Australia University. Il Materiale creato contiene nanoparticelle di ossidi di metallo, che con luce, acqua e ossigeno, produce idrossidi radicali. Questi attivano una reazione chimica chiamata fotocatalisi che produce innocuo biossido di carbonio, acqua e sali minerali.
“Il contatto fra nanoparticelle e composti organici volatili è importantissimo, per questo sono utilizzati materiali che assicurano il contatto con tutta la superficie” ha detto Ullah. Le nanoparticelle sono state create da comuni elementi naturali come l’argento, il cobalto, il tungsteno e elementi più rari come il tantalio, l’indio, o il niobio.
L’ossido di tantalio più l’azoto è la migliore di queste sostanze: può trasformare il 77% del toluene in un gas semplice. Il biossido di titanio è il materiale più comune in commercio, ma non agisce sotto la luce artificiale. La sostanza ideata invece è in grado di reagire alla luce artificiale e a quella solare rimuovendo il 77% dei composti organici volatili, e può essere riutilizzata diverse volte. Gli elementi tossici provocano danni più elevati in ambienti interni piuttosto che esterni e la vita di oggi costringe le persone a passare circa il 90% del tempo dentro spazi chiusi.
La ricerca è stata condotta in collaborazione con la Cooperative Research Centre for Contamination Assessment and Remediation of the Environment che si occuperà della commercializzazione del prodotto.
Fonte: CosmosMagazine