La chiamiamo “lingua madre”, ma forse sarebbe più corretto definirla “lingua padre”. Le peculiarità del nostro linguaggio dipenderebbero infatti, a livello filogenetico, dall’influsso preistorico di maschi stranieri. Una contaminazione ancora riscontrabile nel DNA. Due ricercatori dell’Università di Cambridge si sono domandati se le differenze linguistiche fossero tracciate geneticamente attraverso la linea materna o attraverso quella paterna, analizzando rispettivamente il DNA mitocondriale o i geni dei cromosomi Y. Grazie alla revisione di precedenti studi che collegavano le caratteristiche genetiche alla cultura di Nord America, Islanda, Australia, Africa e Nuova Guinea, gli scienziati hanno trovato che solo il cromosoma Y rifletteva le origini culturali del linguaggio di ogni luogo. L’Islanda, per esempio, fu anticamente colonizzata dai Vichinghi scandinavi con donne rapite dalle isole britanniche. Infatti, è il cromosoma Y della popolazione islandese a evidenziare l’influenza scandinava. E la lingua islandese ha origini marcatamente scandinave, non britanniche. Nelle società matriarcali tuttavia, questa tendenza potrebbe non essere rispettata.
Fonte: newscientist.com