Un frutto, qualche foglia di insalata ed eventualmente pochi grammi di riso, rigorosamente integrale. E poi, tanta acqua. Si potrebbe pensare ad una sorta di pasto disintossicante dopo un’abbuffata, oppure ad un’integrazione particolare di vitamine e sali minerali da inserire nella lista delle proprie abitudini alimentari. Invece no, questo è il pranzo ideale delle vittime di anoressia:verdure sì, perché ormai è risaputo che non fanno ingrassare, ma siccome è sempre bene non abusare, le porzioni sono comunque minime; acqua, invece, in gran quantità per i suoi effetti diuretici, così da evitare la ritenzione idrica.
Questi i pilastri di una dieta che prevede zero soddisfazioni per il palato e non molto di più per quel che riguarda i nutrimenti essenziali. E per chi si chiedesse chi mai sarebbe disposto a seguire un’alimentazione simile, i numeri sono sbalorditivi: in Italia sarebbero 500.000 le persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione, con ripercussioni serie sulla salute fisica e sull’equilibrio psicologico.
Si scambiano informazioni, si danno consigli e suggerimenti, non su come superare quella che neppure percepiscono essere una malattia, bensì su quelli che possono essere i metodi migliori per dimagrire rapidamente, non ingrassare e non ingerire un numero troppo elevato di calorie. Le calorie, appunto, il loro incubo (massimo 70 per pasto, circa un quarto di quello che è normalmente previsto): ogni approccio al cibo è scandito da un calcolo di ossessiva precisione per il conteggio del valore calorico.