Dormire col proprio partner: durante i primi mesi di relazione non si aspetta altro. Anzi, il giorno in cui arriva la fatidica proposta di convivenza o matrimonio, il primo pensiero va proprio a quelle notti insieme, o a quei risvegli romantici – con tanto di colazione a letto – che finalmente non saranno più soltanto l’eccezione del week end. Purtroppo, presi dall’entusiasmo di un amore appena sbocciato, si dimentica il seguito della storia: passato il tempo della langerie sexy per lei e dell’affascinante muscolatura lasciata a torso nudo per lui, le cose vanno di solito in maniera diversa. Intanto, la passione focosa sembra non essere più sufficiente per scaldarsi nelle fredde notti invernali, e quindi ecco lì che un bel pigiama di lana prende il posto della seducente sottanina di seta, e per abbracciarsi, se ancora se ne ha la voglia, tocca fare i conti con cremine ed emulsioni varie spalmate sulla faccia. (e non si pensi che la cosa riguardi soltanto le donne).
Ma, sebbene non rimanere congelati e avere cura del proprio viso siano anche queste delle sacro sante esigenze, parliamoci chiaro, il quadretto che si prospetta è decisamente poco attraente.
Sarà per questo che, stando alle statistiche, tra le coppie di nuova generazione sta prendendo piede l’abitudine di dormire in stanze separate e, parola di chi ha sperimentato, la cosa fa bene al rapporto.
Studi comparativi condotti sotto la guida di sociologi e psicologi rivelano che, rispetto ai più tradizionali che non rinunciano a condividere il letto, le coppie che dormono in stanze separate hanno una vita sessuale più vivace, e anche fuori dal letto le cose vanno meglio.
Una delle cose che più pesa nella convivenza è la rinuncia alla propria privacy, spesso si avverte la sensazione di non avere più uno spazio proprio; dormire in camere diverse sembra essere un toccasana, insegnando a rispettare le proprie esigenze, e quelle altrui.