Fumo, sovrappeso, stress, pressione alta: tutti fattori di rischio per l’infarto. Eppure sinora predire un attacco cardiaco non è mai stato possibile. Oggi invece, grazie allo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Leicester e Cambridge, sono stati individuati i marcatori genetici che indicano una maggior predisposizione a infarto e alla formazione di emboli.
Gli studiosi, infatti, già consapevoli che l’attività delle piastrine, ovvero le cellule che addensandosi formano un coagulo di sangue, è diversa in ogni persona, hanno rintracciato le cause genetiche del fenomeno. Un ruolo importate sarebbe ricoperto da una proteina che, in presenza di determinate trasformazioni genetiche, avrebbe incidenza significativa nel determinare la formazione di coaguli.
La ricerca, condotta nell’ambito del programma dell’Unione Europea “Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute”, rappresenta un importante punto di partenza per individuare preventivamente i soggetti più a rischio, riducendo così il pericolo di decesso, e al tempo stesso fornisce dati preziosi per elaborare in futuro nuove terapie per la cura dei problemi cardiovascolari.
Fonti: Cordis